Il fatto:
Nelle ultime settimane, in occasione dei campionati italiani
master indoor di Ancona, il centenario Giuseppe Ottaviani ha stabilito il nuovo
primato mondiale di salto in lungo nella categoria M100 con la misura di 1m e
16cm diventando pure campione italiano; poiché probabilmente i suoi avversari
non sono più “convocabili” da un pezzo.
La sera successiva a questo risultato ho provato a misurare
un mio passo, completamente da fermo ed è stato di 1m e 02 cm. Questo banale
esperimento rende evidente, sotto un profilo puramente tecnico, il livello della
misura ottenuta dal Sig. Ottaviani.
La domanda:
ha senso di esistere tutto ciò?
Mi viene naturale provare ad avere opinioni sulle cose e sui
fatti, non per giudicare ma per creare i miei punti cardinali al fine di orientarmi
in questo mondo. Insomma, non conosco le risposte ma porsi le domande è già un punto di partenza.
In questo caso ho trovato però molte difficoltà ad esprimere
la mia opinione poiché su questo tema ho avvertito il rischio di apparire
cinico, persona che non credo di essere. Ci voglio comunque provare.
Parto da questa riflessione: credo che l’obiettivo di
ciascuno di noi dovrebbe essere la ricerca della felicità con il vincolo del
rispetto per le vite degli altri e della società.
Ritornando al fatto; se queste performances rendono felice il Sig. Ottaviani perché non si dovrebbe consentirgli
di attaccare il pettorale e gareggiare? Vi è qualche ragione?
A mio avviso sì.
Chiaramente per me Ottaviani è solo un caso che però può
essere rappresentativo di tanti altri
Mi risulta che l’evento fosse un campionato italiano di
atletica leggera e qualsiasi cosa abbia fatto Ottaviani non era atletica.
Mi si dirà che non ci sono confini netti, tutto è sfumato e
relativo. Ebbene, in questo caso mi sembra che si sia ben al di là di una
ipotetica riga e per capirlo basti ricorrere al buon senso.
Vogliamo permetter alla gente di competere sino a al momento
dell’arrivo dalla signora munita di falce?
Ebbene, lo si faccia pure ma almeno si stabilisca un minimo
in termini di risultato sotto il quale non si possa andare.
Io non posso andare ad una Olimpiade perché ovviamente sarei
ridicolo ed infatti per evitare ciò le federazioni impongono dei minimi per
poter partecipare. Perché oltre ad una certa età dovrebbe essere diverso?
Mesi fa rimbalzò la notizia del canadese Ed
Whitlock che ad 85 anni corse una maratona in 3h:56:54.
Questa, a mio modo di vedere, è ancora una prestazione più
che dignitosa a livello assoluto, straordinaria per un ultra ottantenne. Percorrere 42
km alla media di 5’:35” al km vuol certamente dire
correre. Saltare 1m e 16 con rincorsa per me non vuol più dire saltare, vuol dire
far qualcos'altro.
Insomma, manteniamo la dignità che un campionato italiano
dovrebbe avere. Bisognerà, prima o poi mettere dei paletti per evitare queste esibizioni,
altrimenti si arriverà al punto in cui basterà presentarsi alla linea di
partenza per veder sbandierato un fantomatico record.
L’atletica non è uno spettacolo grottesco, mentre per me le
espressioni “atletiche” di certi master lo sono perché hanno in loro il seme
del ridicolo, dell’innaturale e del deforme.
L’atletica è o dovrebbe essere competizione, bellezza del
gesto e del corpo che lo compie, armonia.
Io tutto ciò, nelle categorie SM/SF70 e oltre, spesso non lo
ritrovo più, tutto è scaduto, deteriorato, deformato, stravolto.
Per cui, che senso ha
tutto ciò e perché i giornali e i siti d’informazione accolgono la notizia con
il solito buonismo italiano?
E’ un modo per sollevare del pietismo? Si vuol solo
riportare una notizia buffa e insolita? O peggio, è un velato modo per farsi
quattro sghignazzate, come quello che dice “bravo, bravo hai fatto del tuo
meglio” ma allo stesso momento schiaccia l’occhiolino ai compagni di burle.
Mi piace pensare che ci sia un tempo per ogni cosa.
Se mi sarà concesso di praticare sport, a livello
agonistico, ancora per qualche anno lo farò con contentezza ma mi auguro che sarò anche in grado di capire
quando verrà il momento di dire basta, riprendere in mano la mia vecchia bici e
andarmene a fare scampagnate sugli Appennini.
Niente più pettorali o tempi da battere, solo il piacere
di stare all'aperto ed esplorare il mondo.
Per me i minimi di partecipazione per gli "ultra" (in termini di età) arriveranno prima o poi qualora la vita si allungherà per tutti.
RispondiEliminaE' un po come gettare le basi oggi per un futuro in cui si competerà di livello pure ad età in cui, la persona media, metterebbe la firma per arrivarci.
La vedo più come qualsiasi risultato assoluto. Centinaia di anni fa la maratona la si vinceva con un tempo che oggi è da amatore avanzato. Nulla che potrebbe impensierire i tempi di oggi.
Però l'anno fatta e, con il tempo, sempre più gente ha partecipato, sempre più manifestazioni sono nate e sempre migliori i record.
Succederà così anche ad altre età.