giovedì 17 novembre 2016

L'era del Facilismo



Benvenuti nell'era del facilismo! Facile è meglio, less is more e tutto deve essere smart.

Faccio un passo indietro.
Un paio di settimane fa si correva tranquillamente con un gruppo di amici e sull'onda dei ricordi,si è iniziato a parlare di "antiche" prestazioni dei corridori piacentini; di Tizio che fece 2h 25' alla maratona di New york e di Caio e Sempronio che avevano personali sotto l'ora e dieci in mezza maratona. Il tempo avvolge le cose cose con uno strato di polvere e i fatti con uno strato di mitologia, tuttavia, sebbene gli eventi accaduti nel periodo pre-internet non siano immediatamente verificabili, non stento a credere alla veridicità o verosimiglianza di queste storie.
Ma dove sono finiti questi ottimi atleti dopolavoristi, o meglio, non sono stati rimpiazzati da nessuno? I fatti narrati risalivano a non meno di 15 anni fa. Possibile che ad oggi i migliori piacentini non si avvicinino nemmeno a quelle prestazioni? Cos'è successo? Eppure le ciclabili alla sera sono piene di corridori. A ben vedere però, una infima parte tra questi alla domenica attacca il pettorale e ancor meno consegue risultati di rilievo.
Consapevole che il fenomeno non è solo locale ma quantomeno nazionale, della serie fatti una domanda e datti una risposta, ho iniziato a rimuginare sulla cosa e sono giunto ad una conclusione, sulla quale non voglio esprimere giudizi poiché sono il primo a metter in dubbio le mie opinioni, anche se credo si evincerà chiaramente il mio sentimento.
Il mondo va verso la semplicità e noi con esso. Guardatevi attorno, tutto si semplifica, ormai non ci sono cose per pochi, gli ostacoli vengono aggirati e ci sono le code perfino per salire sull'Everest, quasi fosse la nuova attrazione di Mirabilandia.. Tutti si diplomano, quasi tutti si laureano, le difficoltà nella scuola d'oggi vengono spianate in vista di una società sempre più omogenea e mediocre. I linguaggi si semplificano, si scappa di fronte agli impegni onerosi ed irrevocabili e si è alla perenne ricerca di scorciatoie. Anche nell'arte mi pare di ravvisare derive di questo tipo.
Qualcuno avrebbe da dissentire e direbbe: "sì ma nella tecnica le cose si fanno sempre più complicate". Giusta osservazione ma io risponderei: "vero, ma non certamente per te o per la maggioranza delle persone. Lo smartphone che tieni in mano è una gran bella tecnologia ma tu sai veramente spiegarmene il funzionamento? Probabilmente no, da quando lo hai acquistato la vita ti si è solamente semplificata un pochino".
Perché la stessa cosa non dovrebbe succedere anche nello sport e nell'atletica?
Ed infatti succede, secondo me. In molti corrono ma in pochi lo fanno sul serio e fino in fondo. La maggior parte si accontenta della corsa al parco, con le cuffie nelle orecchie e pensando ad altro e lo fa solo quando ha voglia, quando ne ha il tempo e quando il clima è ideale .
Non lo so, forse il dedicarsi alle cose ma mai totalmente è più salutare, evita di portare a deviazioni ossessive e offre la possibilità di diversificare molto.
Tuttavia mi piace pensare che nella difficoltà ci sia un lato artistico. Le cose belle costano e non solo economicamente.

Rotola i dadi (Charles Bukowski)



Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Altrimenti non iniziare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare
perdere ragazze, mogli,
parenti, lavori
e forse la tua mente.
Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare
non mangiare per 3 o 4 giorni,
potrebbe significare
gelare in una panchina nel parco,
potrebbe voler dire prigione,
potrebbe voler dire derisione,
scherno, isolamento.
L'isolamento è il regalo.
Tutti gli altri sono
per te una prova della tua resistenza,
di quanto realmente desideri farlo.
E lo farai,
nonostante il rifiuto
e le peggiori avversità.
E sarà meglio di qualsiasi altra cosa
tu possa immaginare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo,
non ci sono altre sensazioni
come questa.
Sarai solo con gli dei
e le notti
arderanno tra le fiamme.
Fallo.
Fallo.
Fallo.
Fino in fondo. 
Fino in fondo.
Guiderai la vita fino alla
risata perfetta.
È l'unico buon combattimento che c'è.