giovedì 26 febbraio 2015

TETE-a-TEST



È arrivato il momento di provare ad allenarsi con metodo. 
Martedì 24 febbraio sono stato un po' torturato dal Dott. Huber Rossi del Marathon Center, presso il centro Unique di Piacenza, alla ricerca dei miei limiti attuali, dai quali partire per cercare di alzarli.
Nelle prossime settimane seguirò le tabelle stilate dal Dott. Rossi con il doppio obiettivo di arrivare pronto alla mezza maratona di Piacenza e migliorare il mio personale sui 10km su strada.
Per me, abituato da sempre ad allenarmi a sensazioni, non sará facile. Sopratutto non sará facile affidarmi al sapere di un altro. So di non sapere, ma ho anche la cattiva abitudine a far sempre di testa mia; ma se nel ciclismo questo mio modo di fare era mitigato da qualche conoscenza, nell'atletica il mio atteggiamento rischia di essere deleterio e controproducente.
Sono motivato e sicuro di me, perché so che se riesco ad allenarmi e non ho problemi fisici, qualcosa di buono lo riesco a fare.
Il test parla di uno stato di forma non ottimo ma comunque discreto, e questo dopo due mesi tribolati mi fa essere ottimista


valutazione atropometrica

test di soglia

determinazione zone di allenamento


sabato 21 febbraio 2015

NARCISO



Narciso, il mondo in uno specchio.



Mirandoti ho visto i riverberi del mondo,
lì ho rubato l'amore dal bacio di due innamorati,
qui la mia immagine è stata attraversata dalla gioiosa corsa di una bambina dietro al suo nord
Vicino a quell'ansa ho associato il chiasso festante ad una brigata di giovani pescatori.

Durante le lucenti notti ho immerso le mie mani nel sublime
e mi sono dissetato dell'etereo chiarore delle stelle.
Ho sofferto nelle buie giornate d'inverno;
quando gli scherzi della luce o il bagno di un passerotto dispettoso mi strappavano da te,
il cuore si sfibrava e i miei occhi correvano disperati sul pelo dell'acqua.
Ma mentre i riflessi del mondo venivano e sempre se ne andavano,
tu, la mia immagine, sei sempre ritornata.

Ed ora, che ho compreso che l'immateriale di cui mi nutrivo era solo l'inconsistente,
vorrei andarmene,
ma pesanti sono le gambe ed in bocca il sapore del tradimento e della rinuncia.
Allora rimango, 
chiudo gli occhi e creo nuove immagini,
riflessi di riverberi nella mia mente.


(E.R.)




Metamorfosi di Narciso, Salvador Dalì, 1937, 50,8x78,3cm, Tate Gallery, Londra

Babba Bia!!!



Doveva essere la settimana in cui mi sarei riattaccato un pettorale,
ed invece anche questa volta ho dovuto rinunciare, questa volta causa influenza.
Stavo rincominciando a accatastare un po' di lavoro, ma ho subito l'ennesima battuta d'arresto.
Un paio di giorni di febbre accompagnati da una sensazione di debolezza e altri sintomi influenzali (mio solito raffreddore atomico)che si trascinano tutt'ora, mi hanno fatto decidere di rinunciare a partecipare alla Salso-Fidenza.
C'è di peggio... ma c'è anche qualcosa di meglio.
Ecco i miei 3 ultimi allenamenti, viste le condizioni di salute nulla di particolare


SABATO 14.02.15

MERCOLEDI' 18.02.15

GIOVEDI' 19.02.15

lunedì 16 febbraio 2015

All' Hôtel de Rambouillet...recensione di "Hunger games - la trilogia"






Prima di iniziare volevo spendere due parole sulla edizione da me scelta, ossia quella presente nella collana "flipback. E' un libro lungo 12cm alto 8cm e profondo circa 2,5cm, che si sfoglia dal basso verso l'alto. Bello? Non proprio, preferisco il libro tradizionale, però è comoda di sicuro, ben fatta, ed economica. Tra l'altro, trattandosi di una trilogia,chi preferisce i buon vecchi libri di carta a quelli digitali, avrà il vantaggio di tenere l'equivalente di tre volumi in un palmo della mano.


Era diverso tempo che non leggevo più un romanzo fantasy e mi ero anche dimenticato quanto potesse essere piacevole abbandonarsi nei vortici di un racconto di fantascienza, che proprio per sua natura non deve rispettare alcun vincolo importato dalla realtà.
Hunger games è catalogato tra i libri per ragazzi, un po' per la cattiva abitudine a bistrattare la cultura fantasy  relegandola in un angolo, un po' perchè forse per certi aspetti lo è, non a caso i protagonisti principali sono adolescenti. Ma ad esempio, considerereste lo Hobbit solo un libro per bambini? Diciamo che Hunger games è un libro che si rivolge a più livelli di lettura, di interpretazione e di comprensione.

La storia si dipana in uno scenario post apocalittico, in un'epoca futura non ben precisata. Disastri naturali, guerre e carestie hanno sconvolto il mondo. La civiltà, almeno nel Nord America, è sopravvissuta sotto la nazione di Panem. E il resto del mondo? Non se ne fa cenno. Panem ha una capitale sfarzosa e moralmente decadente dal nome "fantasioso": Capitol City, ed è suddivisa in 13 distretti, anzi 12 perchè uno pare essere stato distrutto durante "i giorni bui", ossia durante una grande rivolta che sconquassò la nazione e vide i distretti contrapporsi alla  tirannica capitale. Capitol City ebbe la meglio e affermò la sua autorità rendendo ancor più schiavi, sottomessi e miseri i cittadini dei distretti.
Per celebrare annualmente l'anniversario della "riappacificazione", o meglio per ricordare chi comanda, Capitol City organizza gli Hunger Games, i Giochi della Fame, un reality show in cui una coppia,  un maschio e una femmina tra i 12 e i 18 anni, estratta a sorte da ogni distretto o offertasi volontaria, viene gettata in una grande arena. I 24 concorrenti sono portati a  lottare tra di loro finchè uno solo sopravvive, mentre il tutto viene seguito dalle onnipresenti telecamere. Il vincitore ottiene, oltre alla vita, ricchezze e fama.
Durante la preparazione della sessantaquattresima edizione degli Hunger Games, nel Distretto n.12 vengono estratti Peeta Mellark e la poco più che bambina Prim Everdeen, ma sua sorella sedicenne, nonchè protagonista della trilogia, Katniss non può permetterlo e si offre volontaria al suo posto. Katniss è così; forte responsabile ed orgogliosa; per anni ha sfamato la sua famiglia cacciando di frodo nei boschi con il suo amico Gale, forse più di un amico ma lei non lo sa ancora. Peeta è un ragazzo dolce altruista e platonicamente innamorato di Katniss fin da bambino.
 Saranno così Peeta e Katniss a rappresentare il Distretto nel grande Show, messo in scena da Capitol City.
Ma la voglia di vivere e di amare, lo spirito di ribellione e la determinazione a mantenere il proprio essere, a discapito dello spettacolo di morte  e di abbrutimento o meglio di annichilimento interiore che vogliono mettere in scena gli strateghi dello show, avranno conseguenze che vanno oltre i confini dell'arena. I loro semi attecchiranno in  una popolazione stanca di inginocchiarsi alle prepotenze della capitale, arrabbiata per il tributo di sangue che deve versare ogni anno e per la fame e le fatiche quotidiane. Il fuoco della rivolta è pronto a bruciare e Katniss è la fiamma che darà origine a tutto.   

Non aggiungo altro per non spifferare troppo. A me, come si è intuito il libro è piaciuto ed anche molto. E' una lettura molto facile, leggera e scorrevole, ma non è detto che le cose belle debbano essere per forza complicate.
La Collins accenna una certa denuncia, immaginando in modo pessimistico un un  mondo futuro danneggiato dalle scelte della popolazione contemporanea, un futuro in cui comunque l'uomo pur più progredito tecnologicamente ha mantenuto le sue bassezze. C'è una forte contrapposizione tra un centro ricco e splendido ma frivolo ed amorale e una periferia povera in cui vengono ancora coltivati i veri sentimenti. Non vorrei  uscire dal seminato ma mi viene in mente una Dubai luminosa, artificiale, eccessiva e lussuosa ed una periferia in cui i costruttori di grattaceli asiatici vivono modestamente.



Ritorna spesso il tema dell'apparire, della finzione, di un mondo di plastica che dimentica di avere un'anima. La Collins, dipingendo Capital City, ha ripreso i difetti, ingigantendoli, della società occidentale o filo-occidentale contemporanea. Una sorta di caricatura. Una società amorale ed atea nel senso non di chi non crede nell'immateriale ma nel senso che non si pone nemmeno il problema se ci sia qualcosa oltre ad un bel paio di scarpe. Capitol City è quindi una società materialistica e tecnocratica in cui la massima ambizione è apparire in un festino esclusivo.
 Poi, ovviamente, c'è il discorso del reality show. D'accordo, il mondo di oggi non è ancora al punto di godere di fronte ad uno spettacolo di morte simile a quello offerto dagli Hunger Games, però la sofferenza interiore è spesso ricercata dai registi dei reality show contemporanei e perchè no, assieme anche ad un minimo di disagio fisico. E vogliamo parlare del successo di tante scene e storie macabre e dell'audience che ogni volta suscita un caso di cronaca nera italiana? I pellegrinaggi verso l'isola del Giglio? Gli appostamenti di centinaia di giornalisti nei luoghi di un delitto? Quella è ancora informazione o diventa un reality macabro?

No, forse il mondo dipinto dalla Collins non è reale, ma forse nemmeno irreale e men che meno utopico


Voglio comunque evidenziare quelli che mi sono parsi dei difetti. Scusatemi, ma io l'epilogo l'ho trovato un po' banalotto, il terzo libro, ossia "il canto della rivolta" ha una trama un po' debole e pure l'estrema importanza che Katniss ha in quest'ultimo è esagerata. Francamente che il destino del mondo debba dipendere da un sedicenne mi sembra eccessivo.

Comunque un libro sicuramente consigliato.              

mercoledì 11 febbraio 2015

the runner monk



Vi voglio regalare una storiella donatami da un blogger
profilo de "Il cervello di Mirco" 
http://lamiamenteasiatica.blogspot.it/


Un monaco novizio non riusciva a sopportare le regole del monastero e pensava di abbandonare l'abito. Andò da Buddha e gli spiegò la situazione. Il Buddha acconsentì ma gli disse "osserva la tua mente". Il monaco ringraziò per la grande libertà concessa, ma decise di restare e cominciò ad imparare come osservare la sua mente, l'unica cosa che permette di superare gli altri. Il monaco divenne un Arhat.


Fisicamente mi sembra di star finalmente di nuovo bene e ho iniziato ad inserire nei miei allenamenti anche qualche variazione di ritmo. Stasera (11.02) una sorta di fartlek su una strada in falsopiano a salire, 9m di dsl in 800m. Sensazioni nettamente in crescita


domenica 8 febbraio 2015

NERD-RUNNER





Ed io riparto da qui. Da qui dove? Da questa scrivania, di qualche mese più vecchio e forse un granellino di sabbia più saggio.
E' da agosto 2014 che non scrivo più, nel frattempo non ho ancora battuto il record mondiale di mezza maratona. Battuta patetica. No, non prendiamoci troppo in giro, qualche miglioramento l'ho fatto: 34' e 37" sui 10 km su strada e 1h 19' 50" nella maratonina ma non è di questo che voglio parlare.
Un anno fa pensavo francamente di essere cambiato, ma ad essere cambiato era forse solo lo sport praticato. Non si può basare la propria vita solo su uno sport, o su un unico obiettivo. Mancando quello mancherebbe tutto e non resterebbe niente per cui vivere. Avevo semplicemente ingannato me stesso scambiando il ciclismo con la corsa. Sono stufo di vivere solo in base al "dover fare" voglio anche dare ascolto a ciò che vuole fare una vocina interiore. Una vocina che ho sempre zittito e che francamente non ne potrà più di me. Cambiare dentro è un percorso per alcuni lungo e tortuoso e che non sempre conduce alla meta.
Ma io alla metà credo ancora di arrivarci e sto lottando e addirittura sono stato capace di accettare l'idea che qualcun'altro, che non fosse il mio ego, potesse aiutarmi.
Non credo nemmeno ora di essere cambiato ma forse so come farlo, e non parlo chiaramente di andare a Casablanca. Di nuovo battuta patetica.
Chiudo la parentesi psicologica, anche perchè è giusto che rimanga intima.
Anche perchè? Ma come scrivo....sembro Antonio Razzi

Torno a scrivere perchè mi mancava ma sopratutto perchè non sopporto di lasciare le cose a metà.
Voglio ritrovare uno spazio nel quale appuntare i miei stati d'animo e le mie esperienze. Rinnovo il proposito di non parlare solo di corsa, anche perché su quello posso starmene bello muto, ma anche di letteratura, o meglio delle mie letture. Insomma il blog di un nerd-runner.
Quest'anno ho deciso che mi farò seguire da un preparatore. Perchè francamente di atletica non ne capisco nulla e più cerco di capire e meno mi pare di sapere. I ciclisti che si avvicinano alla corsa sono, imho, sempre un po' troppo arroganti e presuntuosi. Ed io di certo lo sono stato. Vorrei provare anche a fare qualche esperienza in pista, dopo che ho già provato la campestre, che mi è piaciuta, ma che causa infortunio non sono riuscito più a riprovare.
Al momento, dopo due mesi di infortuni e acciacchi vari sto ritornando lentamente alla normalità e quindi spero a brevissimo di poter riattaccare un numero sulla schiena...ops sul petto (vecchia abitudine da ciclista)

Quindi a brevissimo.


Ecco l'allenamento di oggi: un falsopiano a scendere all'andata e a salire al ritorno. Un percorso filante su stradine di campagna deserte. Gli ultimi 5km li ho provati a fare a tutta. La differenza di ritmo non si vede perchè la stanchezza iniziava a farsi sentire e anche quel falsopiano maledetto. Comunque, non ho ceduto troppo e su questo in partenza non ci avrei giurato. Alla fine soddisfatto.