domenica 19 gennaio 2014

Corsa dei turtlitt. 19.01.14


I tortelli di S.Antonio


Oggi mi sono schierato alla "Corsa dei Turtlitt", corsa regionale su strada Fidal (km 8,5), prima prova del Grand Prix provinciale Fidal e del campionato provinciale CSI.
Ora, non é chiaro se il nome della corsa sia stato scelto in onore dei tortelli dolci di S. Antonio (PC) (http://www.piacenzantica.it/page.php?33), oppure in onore dei partecipanti. Non avendo visto al nastro di partenza persone con particolari problemi di peso, propendo per la prima ipotesi.
Il tempaccio e la pioggia, così abbondante in questi giorni, sembra prendersi una pausa proprio in coincidenza con il mio arrivo a Piacenza, ma un po' di pioviggine non smetterá mai di cadere. Questa é stata anche la prima gara in cui ho indossato la maglia della mia nuova squadra, il Gs Dilettantistico Italpose.
Il riscaldamento non mi lascia sensazioni molto positive, giá mi assalgono alcuni dubbi circa la gestione dell'allenamemto degli ultimi giorni. Comunque si sa, il pensiero è il nemico dell'azione; così alle 9 e 30 si parte. Mi pare subito di poter riuscire a seguire la testa del gruppo. Ma sì, mi dico, che ho da perdere? Meglio un giorno da leoni che cento da pecore, e prendo la testa del gruppo che tengo per circa mezzo giro. Si corre ad un ritmo di 3'30/20" al km. Presto mi faccio da parte, e mi posiziono in coda al gruppetto di una decina di persone. Un ragazzo cade, proprio prima di un paio di scalini malefici, ma il suo recupero è talmente repentino da farmi capire immediatemente che io qui sono fuori posto e che "questi hanno una marcia in più". D'altronde nemmeno pensavo di poter tenere il passo di certi corridori. Infatti, poche centinaia di metri dopo, inizio a fare fatica, il metro di distacco inizia a diventare 2, poi 5, 10, 100. Tuttavia non ho un crollo, mi stabilizzo su un'andatura un po' più lenta, sono semmai gli altri che incrementano, io faccio il mio e non corro mai più piano di 3'50" al km. I giri in totale sono 3, al secondo perdo una posizione, ma mantengo la concentrazione ed un passo costante fino alla fine. Concludo dodicesimo con un tempo ufficiale di 00:28:54 (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=557745027654540&set=a.557647177664325.1073741828.551514334944276&type=1&theater) . Il mio gps mi attribuisce una media di 3'34"al km.





La corsa é vinta da Tanzi Claudio, mio compagno di squadra e uno dei più, se non il più, forte fondista piacentino; i cui complimenti e di altri forti atleti della Italpose non possono che farmi tanto piacere
Claudio Tanzi (Gs Italpose Tecnopower) vincitore

Io mi considero molto soddisfatto; primo perchè mo son divertito, secondo perchè sono riuscito a dare il massimo ed il meglio, per il momento, di me stesso.
Ho segnato ben tre record personali:
Record sul miglio: 5'05"
Record sul km: 3'14"
Record sui 5km: 17'17"
Insomma che voglio in più dalla vita? Anche se in effetti ho finito il Lucano.
Tra due settimane vorrei andare a S.Margherita Ligure a fare la Maratonina delle 2 perle, ma prima valuterò come sarà il recupero di questa gara. Certo, era una gara corta, ma io sono ancora un corridore agli inizi e si sa come gli infortuni possano essere sempre dietro l'angolo. Avrò poca esperienza, ma abbastanza per suggerirmi prudenza.
Ciao e buona settimana a tutti.

lunedì 13 gennaio 2014

REPETITA IUVANT



Place Vendome sotto la pioggia, di Edouard Cortes

Contemporaneamente alla fine della festività, sono ricominciate le uscite nelle tenebre.

Ebbene sì, purtroppo, correre di notte avrà anche il suo fascino, ma se a questo si aggiunge il freddo, la nebbia e la pioggia, la scarsa visibilità, l'aspetto romantico rischia di scomparire. Fortunatamente, quest'anno l'inverno sembra farsi attendere e, seppur io sia amante del caldo, non mi posso lamentare troppo.

Se si inizia spulciare nei forum, nei blog e nelle riviste sulla corsa, è inevitabile che ci si imbatta in parole come ripetute e fartlek. In generale, si scopre che per progredire non basta correre, ma bisogna migliorare la qualità dell'allenamento.

Io, venendo dal ciclismo, non ero chiaramente a digiuno di questo termini. Tuttavia, i cambi di ritmo in allenamento erano sempre stati un fastidio. Mi son sempre reputato un regolarista, ditemi di fare una salita di 10km a tutta, e andrò oltre ogni soglia, ma non ditemi a scatti. Credo, tra l'altro, che questo sia sempre stato un limite più psicologico che fisico, poiché in gara mi ritenevo dotato di un discreto scatto.

Ora, se questo tipo di esercizi era difficile in uno sport che praticavo da anni, figurarsi in uno che ho incominciato l'altro giorno. Mi riproponevo spesso di provarci, ma non appena varcavo l'uscio, l'allenamento prendeva la sua strada in modo fortuito. In generale, fino ad ora, i miei allenamenti sono stati in gran parte dettati dal caso; solo ultimamente riuscivo a concludere con una certa progressione. Fondamentalmente mi sembrava di avere una sola marce; quale, dipendeva dalla giornata e dalla risposta del mio fisico.

Stasera, però, mi sono impegnato più a fondo e mi sono deciso a provare un allenamento intervallato.

Premetto, sono consapevole che per il momento ho solo improvvisato, ignorando qualsiasi metodo o logica. Oggi ho voluto solamente provare a capire cosa vuol dire cambiare ritmo per un certo spazio, recuperare, e ritornare ad accelerare per un altro tratto. Ecco, quanto.

Anzitutto ho preferito svolgere la ripetuta su un tratto di strada ( circa 700m) senza basarmi su distanze precise, ma avendo, come riferimenti di partenza e fine, chiarissimi punti topografici. Il recupero è stato svolto in senso contrario. Un semplice "andata e ritorno" per tre volte. Purtroppo nel mio paese è impossibile trovare strade pianeggianti, è tutto un falsopiano a salire o a scendere. L'obiettivo era di correre attorno ai 3'50'' al km nel tratto a salire e recuperare ad un ritmo di 4'30" in quello a scendere. Credo di aver centrato l'obiettivo. La prima ripetuta è stata scarsa, ma nelle restanti due, l'ultima in particolare, credo di aver corso come volevo. Dico credo, perché il mio nike sportwatch è un orologio un po' troppo semplice e il sito nike-plus restituisce dati un po' scarni; è un pratico e bel orologio, però, se non vi è modo al termine dell'allenamento di visualizzare la distanza ed il passo medio della ripetuta, le sue applicazioni sono limitate. Forse sarà necessario trovare qualcosa di diverso, o forse potrei utilizzare il mio Garmin Edge 500 da bici. Vedremo...

Per concludere, mi ritengo soddisfatto. Credo di aver messo un'altro mattoncino, non per l'aspetto dell' incremento delle prestazioni, ma in quello dell' aumento della conoscenza del mio corpo.

Ora, bisogna insistere ed approfondire; allenarsi, mangiare, recuperare e ripetere. Così avanti senza indugi, fino ad Rio 2016 :-)

giovedì 2 gennaio 2014

All' Hôtel de Rambouillet......recensione di "Corro perché mia mamma mi picchia"






TITOLO: Corro perché mia mamma mi picchia
AUTORI: Giovanni Storti, Franz Rossi (prefazione di Giacomo Poretti)
CASA EDITRICE: Arnoldo Mondadori Editore S.p.A, Milano
Collezione Strade blu
EDIZIONE: I edizione, ottobre 2013
PREZZO:16,50€ ( ebook disponibile)
PAGINE: 190.

"Corro perché mia mamma mi picchia" é un divertente e leggero libro scritto a due mani da Giovanni Storti, componente del celebre trio comico e dal suo amico Franz Rossi. I due autori si alternano nella scrittura delle loro storie di corsa, alcune vissute assieme, altre individualmente. Ogni avventura, esperienza e piccolo successo é raccontato con l'ironia e l'umiltá che ben si addice a due persone che sono in una fase matura della vita, con carriere ben avviate e che nutrono una forte e sincera passione per la corsa. Il libro non é pretenzioso ma ha il pregio di essere una piacevole lettura.
Si parte dal presupposto, condivisibile, che l'uomo si differenzia dagli altri esseri viventi in quanto ha il privilegio di coltivare le arti. l'arte é un esercizio del corpo o della mente, da un punto di vista pragmatico, inutile.
Così pure la corsa a piedi, senza una forte necessarietá pratica assorge al livello di arte.
In generale mi é piaciuto molto il loro definirsi "assaggiatori di corse", sono corridori onnivori, in quanto pur prediligendo i trail non si esentano dal cimentarsi anche su altri terreni e distanze, dalle campestri invernali alle maratone stradali alle gare in pista.
La corsa a piedi é uno strumento per far del bene al proprio corpo e creare un piú forte collegamento tra questo e la mente, per intessere durature relazioni sociali, per allenare la resilienza (l'addestramento per resistere alle difficoltá della vita attraverso la pratica sportiva) per scoprire nuovi mondi ed orizzonti, per assaporare forti emozioni e per, come dimostrano, far circolare un messaggio di solidarietá e pace. A tal proposito, particolarmente toccante é il racconto della maratona di Beirut, corsa dai due autori in sostegno di Emergency, e la frase urlata allo start dalla organizzatrice May El-Khalil :" Running can change the world" é qualcosa di particolarmente forte.
Le storie raccontate sono tante, ambientate in posti esotici o nel parco dietro a casa, nel freddo dell'islanda o nel caldo di Kuala Lampur, corse solitarie o corse in compagnia, di notte o di giorno con bello e cattivo tempo.
L'ironia e lo scherzo é sempre presente, ma non scade mai nel banale. Il libro, pur proponendo consigli, non pretende di essere un libro tecnico, ma é una summa di esperienze e di vita vissuta correndo.
Il mio giudizio é sicuramente positivo. É un libro facile e veloce da leggere ma che in alcune parti, ad esempio il racconto del Tor de Geants" é riuscito veramente a coinvolgermi.
Chiudo con una breve citazione :" Correre significa muoversi da un posto all'altro senza necessitá di altro che le tue gambe. Il movimento é vita. È scoperta. È avventura. La magia della corsa è tutta qui. Correre ti fa sentire vivo."