lunedì 28 ottobre 2013

La paura ha un nuovo volto....periostite tibiale




L'appiedato si è trasformato in brevissimo tempo nell'azzoppato.
Purtroppo credo di essere  affetto da periostite tibiale.
 Ció che avevo scambiato per un semplice affaticamento muscolare, tale non è o non è più.
In pratica si tratterebbe di una infiammazione della guaina che avvolge la tibia e attraverso la quale il soleo si inserisce nell'osso. Tale infiammazione è causata da un eccessivo stress della parte interessata e colpisce principalmente i pronatori, quale io sono.

Tra l'altro pare che non sia un infortunio così rapido a passare.
Ma, mannaggia lu peperone, proprio adesso che iniziavo a divertirmi.
Voglio sforzarmi di restare positivo

http://mobile.albanesi.it/Arearossa/Articoli/04periostite47.htm

domenica 27 ottobre 2013

All' Hôtel de Rambouillet......recensione de" L'arte di correre" di Murakami.




Voglio introdurre questo piccolo spazio dedicato alla letteratura, un piccolo angolo letterario, anche se le mie letture saranno molto democratiche e le mie recensioni delle semplici opinioni. Per cui il titolo ispirato ad uno dei più famosi salotti snob letterari parigini it's only a joke
Ho appena terminato un libro di memorie, così lo definisce lo stesso autore. E' un libro piuttosto conosciuto nell'ambiente del running, di uno scrittore famoso, ma del quale io non avevo mai letto nulla.
"L'arte di correre" di Haruki Murakami. Uno scrittore e maratoneta giapponese.
Un libricino, rapido da leggere, di 167 pagine, acquistato in versione i-book.
Un libro che sinceramente non saprei se consigliare, in quanto mi ha abbastanza deluso.
Anzitutto l'ho trovato un po' noioso. L'autore continua a saltare, per sua stessa ammissione, di palo in frasca.
Sapevo di non aver acquistato un libro " tecnico" sulla corsa, ma speravo fosse un libro che parlasse di "corsa"; poichè anche le esperienze dei comuni mortali, e non solo quelle dei campioni, se ben scritte, sono interassanti. Insomma mi aspettavo che lo scrittore parlasse del suo sport in modo più approfondito e più lungamente, che descrivesse le sue maratone più significative e i cammini svolti per arrivarci, la sua crescita di atleta.
Invece sono continue le divagazioni nel mondo della scrittura, nel quale lui si guadagna da vivere, e nella sua vita personale.
Alla fine viene appiccicato un capitolo sul triathlon, che sembra essere messo li per rendere un po' più corposo il libro.
Mi ha fatto, sinceramente, rimanere perplesso il punto in cui definisce il ciclismo noioso, poiché è uno sport composto da una serie di azioni sempre uguali tra di loro.
Sua citazione.
".....Prepararsi, alla maratona correndo da soli per kilometri, non è allegro, ma stare curvi in silenzio sul manubrio, spingendo senza sosta sui pedali, è molto più triste. Perché é un ripetersi infinito delle stesse cose. Salite, tratti in pianura, discese, vento favorevole, vento contrario...."
Ora, ed ammetto che questo passaggio mi ha fatto venire voglia di chiudere il libro, chi dice una cosa del genere vuol dire che di ciclismo non comprende veramente nulla.
Abbiate pazienza, la maratona è la disciplina per eccellenza all'interno dell'atletica, ossia la regina degli sport. Però non si può ammettere che sia uno sport molto vario, sicuramente non più del ciclismo. Nemmeno si puó pensare, ad esempio, che la trasmissione tv di una maratona sia più eccitante ed adrenalinica di una Parigi- Roubaix.

Detto, ciò, devo ammettere che ci sono alcuni lampi di genio, alcune perle di veritá.
"Pain is inevitable, suffering is optional"
Molto bello anche il racconto dei suoi primi 42 km, sul percorso che diede origine a tutto, sulla strada che collega Atene a Maratona, oppure il racconto della sua prima ed unica 100km.
In conclusione, per me, un libro povero di contenuti ed apparentemente rattoppato.
Insomma, un libro non imperdibile.

sabato 26 ottobre 2013

Il lupo perde il pelo ma non il vizio

Esattamente, le cattive abitudini sono dure a morire.
Però, a mio favore ho alcune attenuanti.
 Anzitutto, come volevasi dimostrare, se hai un risentimento muscolare e corri per 20km, il dolore non sparisce ma peggiori. Ragion per cui, un breve tentativo di corsa infrasettimanale mi ha consigliato il riposo. Oltre a ciò, oggi era una stupenda giornata ottobrina molto mite. Quindi tra lo stare a poltrire davanti alla tv e farmi una bella passeggiata in bici ho preferito chiaramente la seconda.
Correre, come dicono a Napoli, oggi non era cosa.
 Gasato dal nuovo programma, lavoro mezza giornata, arrivo a casa, mangio, mi cambio, porto giù la bici parcheggiata in mansarda.....il che è tutto dire e parto. L'aria mite e tersa e la vista dei miei Appennini tanto amati, mi fa dimenticare il fatto che la catena rimane ostinatamente sulla moltiplica anteriore più piccola. E bhe.....chi semina raccoglie, ed io mi ero dimenticato perfino l'esistenza di un campo, perciò non ho proprio nulla da pretendere dal mio fisico.
La prestazione in se mi interessa poco, ma sto incominciando a pensare la bici come una disciplina alternativa alla corsa a piedi. Un valido allenamento aerobico quando i piedi non ne vogliono sapere di calpestare l'asfalto. Oggi una 50ina di km mi ha aiutato a rilassarmi e mi ha fatto riassaporare vecchie sensazioni.
Domani credo che dovrò replicare perché voglio che il dolore passi definitivamente, non voglio trascinarmelo. Credo proprio che il dolore provenga dal soleo.  Al momento sto provando a curarlo con tens terapia e dei cerottini antinfiammatori. Spero che il riposo faccia il resto e che il recupero sia rapido, perché non vedo l'ora di riprendere le scarpa da ginnastica.



mercoledì 23 ottobre 2013

Nenikékamen....abbiamo vinto!! (un brevissimo racconto)


Attica, 14 settembre 490 a.C


 

Gli ultimi raggi di sole proiettavano lunghe ombre sulla piana battuta dal vento e già le prime luci si accendevano nella sommitale acropoli e si sposavano con i bagliori delle statue dorate a cui Apollo, ancora era titubante a togliere lo splendore.
L'oplita col fiato mozzo calpestava affannosamente l'arida pista seccata da una lunga e torrida estate, la meta era prossima . I respiri erano corti ma spasmodici.
Ne gli avevano potuto dare sollievo le fonti prosciugate dai caldi agostani.
La gola era rinsecchita e la bocca impastata di polvere e sudore .
Le tempie martellavano al ritmo della corsa e le orecchie potevano percepire solamente quel ritmico tum tum.
La sua mente annebbiata dalla fatica ritornava incessante sullo stesso tema. Quello che ora si trascinava verso la fine, era stato l'ultimo giorno per tanti, ma non per lui; lui risparmiato dal fato, che aveva avuto la meglio sulla precisione del peltasta dell'esercito di Dario. Il  letale giavellotto del trace aveva cozzato contro il bordo dello scudo di bronzo di un oplita della prima schiera. L'urto ne aveva deviato di poco la direzione e  l'arma con la punta ormai danneggiata aveva impattato sulla corazza di Tersippo con una forza smorzata.
Ciò era tuttavia bastato a far crollare al suolo l'oplita e a lasciarlo senza fiato per diversi istanti, che erano trascorsi lenti e impregnati dal terrore di essere stato trapassato. Ma l'armatura aveva fatto il suo dovere e gli aveva consentito di ritornare, seppur dolorante, nei ranghi.
Ormai mancava poco, le porte della patria erano a pochi stadi di distanza. Lo stratega Milziade gli aveva assegnato l'incarico personalmente. L'esercito persiano era stato respinto ma non sconfitto, e la sua flotta con un colpo di coda avrebbe ancora potuto cambiare rotta e insediare Atene.
La notizia, dell'esito dello scontro di Maratona,  doveva arrivare veloce. Lo richiedevano la fedeltà per la patria. Lo richiedeva l' onore e la sua fama di atleta. Lo richiedeva l'amore per la sua dolce Antea, che finalmente avrebbe riabbracciato ponendo fine al suo tormento e alla sua preoccupazione per il marito lontano e in pericolo.
 
Ma il tormento ora lo stava vivendo Tersippo.  Le forze lo avevano abbandonato da tempo. Spossato da una lunga giornata campale e da una lunga corsa senza sollievo per la sete, il corridore muoveva incerto i suoi ultimi passi. Le gambe erano squassate dai crampi. Il dolore al rene esplodeva ad ogni appoggio del piede sul duro terreno. Il trace non l'aveva trafitto ma ora ogni passo sembrava una pugnalata. L'organo martoriato propagava l'emorragia.  Un fiotto di sangue usci dalla bocca. Eppure le mura erano li. La sua casa era lì. Ancora un urto di vomito rossastro al momento del suo ultimo passo. Il piede toccò a terra ma non spinse più. Il corpo cadde pesante.
 Levò un braccio al cielo in direzione della sentinella appostata sulle mura.  L'ultimo fiato si trasformò in un grido:- NENIKEKAMEN.........abbiamo vinto!!!!!  


 
 
 

 
 

lunedì 21 ottobre 2013

C'E' SEMPRE UNA PRIMA VOLTA





Per quel che concerne la corsa a piedi, il mio battesimo del fuoco è stata la XII Maratonina di Cremona, svoltasi domenica 20 ottobre.
La decisione di parteciparvi è scaturita una settimana prima, incentivata dal fatto che anche Francesco l'avrebbe corsa. Se non altro avrei avuto qualcuno pronto a chiamare i soccorsi.
 L'allenamento di 18km di domenica 13 con Stefanino Albasi, terminato con sguardo catatonico e bava alla bocca, mi convinse che c'erano concrete possibilità di arrivare al traguardo con una prestazione dignitosa. Insomma, mi davano la speranza di confondermi nella massa.
D'altra parte un dolore al soleo...si credo si chiami così, non mi lasciava totalmente tranquillo. Io non mi butto facilmente, ma quando la decisione è presa diventa irrevocabile. Quindi che Cremona sia e sarà fatta la sua volontà.
La mattina è umida ma non fredda. Bene, per un freddoloso come me è manna.
Sì, è vero, sono un neofita, però non sono nuovo a manifestazioni agonistiche affollate.
Quindi le operazioni preliminari del tipo iscrizioni, ritiro pacchi gara, chip, riscaldamento, caffettino, ecc ecc non mi creano la minima apprensione.
E' come ritornare alle gran fondo, solo che sento molta meno tensione, al massimo mi può capitare di ricevere una spallata seguita da scuse. Inoltre il fatto di non essermi posto alcun obiettivo e la scusante di riserva "era la prima" mi danno tanta calma.
Via...si parte in mezzo alla bolgia.
 Aspetta.... supero quel gruppetto sulla sinistra e poi mi metto al mio passo.
No...supero anche quella signora, proprio dietro a quei due ragazzi che per non tamponare devo per forza superare e poi mi metto al mio ritmo; 4:30/4:40 al km.
 Ma sì vah.... passo sul marciapiede per superare quell'altro intasamento.
Insomma, per farla breve, anche se ero consapevole del rischio di lasciarsi prendere dalla foga, non gli resisto e mi ritrovo a correre ad un ritmo "pericoloso" sempre sulla soglia dei 3:50, e la mia promessa di correre insieme a Francesco è diventata già da marinaio.
  Però mi sento bene, trovo un ragazzo con un buon passo e lo seguo, i miei occhi fissi sui suoi piedi. Dopo 7km raggiungiamo i palloncini dei pacers dell'ora e 30.
No Elia, superarli è da ingenui, fai funzionare il cervellino.
Ma l'istinto è tornato all'uomo di Cro-Magnon e dice alle gambe che se non correranno verranno mangiate.
Li supero.
Ma, conservo un barlume di buon senso. Lascio il mio fortuito compagno che ha messo la quarta e mi accoda ad una ragazza con un ritmo, per me, sempre un po' troppo alto, ma non esageratamente.
La gara trascorre veloce. Non riesco a guardarmi troppo attorno, sono molto concentrato. Che bella quella sensazione di estrema concentrazione...
Tra alti e bassi arrivo agli ultimi due km. Qui le mie gambe mi abbandonano...ed hanno ragione. Il mio cuore di ciclista le ha spinte anche troppo oltre, ma a loro la corsa fa ancora male.
Chiudo gli occhi di tanto in tanto, come un mantra mi ripeto...manca meno, manca meno, manca meno. Il fiato è mozzato, perdo il mio gruppetto; esausto e spinto solo dalla forza di volontà arrivo in piazza a Cremona. 1h, 27m, 16 s.
Con la mia medaglia al collo e la coperta termica da astronauta torno alla macchina.
Non mi sentivo così vivo da 4 mesi.

http://nikeplus.nike.com/plus/activity/running/eymerich/detail/6774000000019366977520039612583281687134


         http://www.tds-live.com/ns/index.jsp?login=&password=&is_domenica=-1&nextRaceId=&dpbib=&dpcat=&dpsex=&serviziol=null&servizio=000&pageType=1&id=5290&locale=1040#



INCIPIT


Salve e benvenuti.

Devo cercare di scegliere bene le parole, il primo impatto è quello che conta, un libro spesso lo si sceglie dalla copertina e l'abito fa sicuramente il monaco.

Il  blog prende banalmente il suo nome da un fatto, conseguito da una mia scelta.

 Il 28 giugno 2013 decisi di appiedarmi,  abbandonando il ciclismo praticato. Nemmeno una settimana dopo, in una calda domenica di inizio luglio mi trascinavo per le strade della zona artigianale del mio paese piegato in due, per le fitte alla milza che la mia prima corsa a piedi mi stava provocando.

Domenica scorsa, 20 ottobre, la mia prima mezza maratona a Cremona.

In mezzo a questi due eventi ci sono 3 mesi e mezzo, per me molto difficili, ma che spero abbiano contribuito alla mia crescita come uomo.

Questo vuole essere un diario di appunti e, spero, un piacevole punto di condivisione di emozioni e pensieri, incentrato sullo sport ma con spunti anche di altro genere, poiché non di solo running vive l'uomo.

....running che brutta parola; meglio:  perché non solo di corsa vive l'uomo; in tutti i sensi.   

Il perché ed il percome ho accantonato uno sport che per tanti anni è stato, senza esagerare, la mia principale ragione di vita, avrò modo sicuramente di sviscerarlo con più calma.

Al momento, quel che conta, è che son sereno. Ho un nuovo sport con il quale riempirmi i polmoni di aria  (semi) pulita, liberarmi delle cattive tossine ed affrontare con più leggerezza le sfide quotidiane.

Bene, ed ora senza tentennamenti,  si alzi il sipario.